anche su La Nuova Sardegna (“Gallura, Provincia degli Emirati del Golfo”), 19 luglio 2013
La Gallura, provincia cancellata dalla Regione autonoma della Sardegna, sta rinascendo sempre più come provincia degli Emirati del Golfo Persico.
Beninteso, continua a scivolare come il resto della regione dalla Sardegna al Sardistàn, oscura isola del Mediterraneo centrale, ma appare sempre più abbindolata dagli annunci di questo e quest’altro fantastico progetto immobiliare benedetto dai petrodollari.
Ormai è quasi una carovana di cammelli carichi di mattoncini colorati quella che giunge sulle coste galluresi. Dopo l’Emiro del Qatar, con la sua Qatar Holding, venuto a rilevare la Costa Smeralda e a far intravvedere un miliardo di euro di investimenti, ecco il Gruppo Emaar, vicinissimo all’Emiro del Dubai, interessato al porto turistico e al complesso ricettivo di Portisco, ora dei Molinas, nonché all’approdo della società pubblica Italia Navigando.
Ma non solo. Impazzano le indiscrezioni che vedono anche Porto Rotondo, Golfo Aranci, gli aerei di Meridiana nella lista della spesa all’attenzione di Mohammed bin Alì al-Abbar, l’Emiro del Dubai.
Davanti alla lampada di Aladino dalle magìe mattonare Giuseppe Fasolino, sindaco di Golfo Aranci, è raggiante: “nulla di ufficiale, ma per noi sarebbe un’occasione formidabile di sviluppo economico” (La Nuova Sardegna, 6 luglio 2013).
Eppure la recente lezione capitata ai dirimpettai Gianni Giovannelli, sindaco di Olbia, e Alberto Ragnedda, sindaco di Arzachena, dovrebbe consigliare maggior prudenza.
Ricordiamo i toni trionfalistici di qualche mese fa?
Il Presidente della Regione Ugo Cappellacci e i sindaci di Olbia e di Arzachena annunciavano urbi et orbi che un miliardo di euro stava giungendo per render benestanti tutti i galluresi, anzi, tutti i sardi, grazie agli investimenti della Qatar Holding per la Costa Smeralda 2: un hotel Harrods (150 stanze) a Liscia Ruja, uno al Pevero (90 stanze), un family hotel (200 stanze), uno per clientela giovane (90 stanze), 70 residenze di lusso, 30 di extra-lusso, una pista di go-kart, un parco acquatico, il restyling dei quattro hotel “storici”, l’antropizzazione, pardon, la valorizzazione di zone ora integre (Razza de Juncu e Monte Zoppu), al modico prezzo di 500 mila nuovi metri cubi di cemento.
Dopo qualche azione legale ecologista per vederci chiaro, il tutto s’è ridotto ora a solo 27 ristrutturazioni di altrettanti stazzi, già presentate all’approvazione in base al piano per l’edilizia.
Così ha formalizzato il Comune di Arzachena (nota S.U.A.P. n. 23144 del 25 giugno 2013) al Servizio valutazione impatti della Regione: “agli atti … non risulta presentato alcun programma di investimenti turistico-edilizi da Soc. immobiliari facenti capo alla Qatar Holding”, ma solo “singole richieste di ampliamento di fabbricati ‘rurali’ ubicati fuori dal centro urbano (e/o frazioni) ai sensi della L.R. n. 4/2009 (Piano Casa)”. Delle due l’una: o il piano da un miliardo di euro della Qatar Holding è una balla colossale e abbiamo a che fare con simpatici burloni oppure si tratta di un banale tentativo di aggirare normative comunitarie, nazionali, regionali nonché la giurisprudenza costante che richiedono la valutazione unitaria degli impatti sull’ambiente del complessivo programma di interventi turistico-edilizi.
In più, il bravo giornalista gallurese Francesco Giorgioni ci fa sapere che “il reddito pro capite medio di tutti i residenti del comune dovrebbe aumentare … di € 151,28 l’anno”: lo afferma, in riferimento agli arzachenesi, Tonino Fadda, il progettista della Qatar Holding nella relazione sul piano della nuova Costa Smeralda.
E i restanti sardi? Realtà o mattoncini colorati?
Soprattutto: è vero che noi sardi non abbiamo l’anello al naso e che il Presidente Cappellacci non vuole stravolgere il P.P.R. per favorire queste speculazioni immobiliari?
Vero o no?
Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
(rendering progettuali da La Nuova Sardegna, foto da http://www.autori-multimediali.it, per conto GrIG, J.I., S.D., archivio GrIG)